Ancora tornerà Natale
ognuno lo vedrà.
La stella che lo benedice
su tutti brillerà
per chi non ha mai voce
e chi,non l’ascolterà.
Chi segnerà la pace
per tanta umanità
è questo
il giorno
Se vuoi
Che unisce
Lenisce
se vuoi.
Ancora tornerà Natale
spero ritroverà
una speranza da sognare
chiunque lo vorrà.
Per chi si cerca al sole
della serenità
si accenderà una luce
Che non si spegnerà
E quando finirà Natale
forse ci resterà
un mondo che sarà migliore
così si canterà:
“Merry Christmas”
Per tutti Buon Natale
senza diversità.
Dovunque sia Natale
fermi le avversità
“Merry Christmas”
Per tutti Buon Natale
senza diversità
dovunque sia Natale
fermi le avversità.
Per chi non è Natale
vita comunque avrà.
Ritornerà Natale
stella ti aspetterà
….”Merry Christmas”
Amedeo Minghi
mercoledì 22 dicembre 2010
lunedì 13 dicembre 2010
Fiaba di Santa Lucia
Quando S. Lucia salì in cielo, tutti si meravigliarono nel veder arrivare una persona così giovane. Ben presto la Santa con i suoi modi dolci ed i suoi occhi pieni di luce conquistò tutti e, persino lo scontroso S. Pietro si prese cura di lei come fanno i nonni con i nipoti.Così trascorrevano i giorni allietati di serenità e pace e Lucia si godeva questa sublime situazione, riflettendo su quanto fossero lontane da lei le sofferenze e la cattiveria che regnavano sulla Terra. S. Pietro, che nonostante la sua lunga barba bianca, aveva ancora una vista acutissima, si accorse che un sottile velo di tristezza si era posato sugli occhi celestiali di Lucia e, così, decise di chiamarla a sé per parlarle. S. Lucia gli disse che avrebbe tanto desiderato anche per un solo minuto poter rivedere il suo paese in Sicilia e i suoi poveri.S. Pietro, fu talmente colpito da quella richiesta che passò giorni e notti fra le morbide nuvole del Paradiso a pensare come potesse esaudire il suo desiderio, finché prese coraggio e decise di parlarne col Padre Eterno. S'incamminò un po' timoroso e quando fu da Lui espose la richiesta tenendo sempre china la testa in segno di profondo rispetto. S. Pietro restò immobile ad aspettare una risposta poi, inaspettatamente, udì uno strano e metallico tintinnio; socchiuse gli occhi e vide che il buon Dio teneva in mano una piccola chiave d'oro. "Tieni Pietro, questa é la chiave che apre una finestrella che dà sul mondo, prendila e portala a S. Lucia" disse il Signore. S. Pietro fu così meravigliato che afferrò la chiave e corse come un ragazzino a cercare la sua Santa bambina, felice di aver esaudito il suo desiderio. Immediatamente gli occhi della santa s'illuminarono e i due salirono su di una nuvoletta che li portò alla magica finestrella. Quando arrivarono, Lucia con la mano tremante, infilò la chiave nella fessura e, come d'incanto, le apparve laggiù il mondo.La giovane fu soddisfatta di quella visione e, per lungo tempo,non desiderò più aprire gli occhi sulle cose terrene. Una notte però, il suo sonno venne turbato da lontani lamenti e pianti. Lucia, preoccupata decise di prendere la chiave per vedere cosa stesse accadendo. Fu in quel momento che la santa vide tutte le cose ingiuste, la vita dissoluta, il male, ma soprattutto vide bambini che soffrivano e piangevano. Rammaricata richiuse piano la finestrella e, una profonda tristezza, calò sui suoi dolcissimi occhi celesti.Lucia sperava di vedere presto migliorare le cose sulla Terra; la sofferenza dei bambini l'angosciava tantissimo, non sopportando che proprio loro, così immacolati ed indifesi, potessero subire angherie fisiche o morali da parte degli adulti. S.Pietro nel frattempo la osservava in silenzio e, notava man mano che passavano le giornate, il mutamento d'umore di Lucia.Nemmeno al Padre Eterno passò inosservata la cosa e decise di chiamare S. Pietro. "Caro Pietro," disse il Signore "Io so quello che turba S. Lucia. Ella soffre per i patimenti dei bambini e le privazioni alle quali sono sottoposti."disse ed aggiunse: " Ho deciso, daremo l'incarico proprio a Lei di portare una volta all'anno un po' di allegria sulla Terra e, tu Pietro, le dirai che il Signore l'autorizza a scendere il giorno del suo martirio cioè il 13 dicembre per portare doni a tutti i bambini della Terra. Ora vai, corri, voglio che torni la luce in quei santi occhi." S. Pietro fu talmente felice, che, abbracciò il Signore e poi si affrettò a cercare Lucia per darle la bellissima notizia. Subito la santa rimase incredula, ma poi si convinse riempiendosi il cuore di letizia. Ormai mancavano pochi giorni al 13 dicembre, ma Lucia capì ben presto che non disponeva di nulla ed, in Paradiso, non esistevano né pasticcerie, né negozi di giocattoli. Questa volta S. Pietro fu veramente geniale; chiamò S. Lucia e la invitò a prendere la chiave d'oro dicendole di seguirlo."Apri la finestrella e guarda bene"disse Pietro. "Vedi là nello spazio?Eccolo, lì c'é un cavallino, una bambola, un trenino, là c'é una trombetta, una trottola, li vedi? Sai cosa sono tutti quei giochi? Sono i giochi superflui, inutili, abbandonati e dimenticati dai bambini viziati e mai contenti. I giochi sono come le persone, cercano compagnia e, se nessuno li vuole più, preferiscono andare nello spazio, sperando d'incontrare qualche bimbo disposto a giocare con loro.. su' dai forza, prendine quanti ne vuoi e portali a chi ne ha veramente bisogno" concluse Pietro. "Oh, nonno Pietro, grazie, grazie di cuore" disse S. Lucia e cominciò ad afferrare tutti quei giocattoli abbandonati. La santa lavorò fino alla sera del 12 dicembre e mise tutti i giocattoli in grandi sacchi che appoggiò sulle spalle. Ma cara Lucia, così non arriverai mai con tutto quel carico,pesa troppo" disse Pietro e col suo vocione esclamò: " C'é qualcuno qui che sarebbe disposto ad aiutare S. Lucia?" "Iho...Iho..."Tu, mio dolce asinello? Se a Lucia va bene, andrà bene anche a me" disse Pietro guardando la santa. "Bravo asinello, tu sarai il mio fedele accompagnatore, vedrai, quando ci vedranno i bambini che gioia sarà per loro"disse Lucia accarezzando la generosa bestiola. Ecco come nacque il viaggio di S. Lucia e del suo asinello; da allora non hanno mai mancato all'appuntamento ogni 13 dicembre con i bambini buoni e bravi.
giovedì 9 dicembre 2010
Topolini e porcospini di marzapane
Ingredienti:
1 panetto di marzapane (pasta di mandorle) di 225 gr.
pastiglie di zucchero colorate (tipo ginevrine)
codette colorate e confettini argento
3 tubetti (circa 6 ml ciascuno) di coloranti alimentari di colore verde, giallo e rosso
Preparazione:
1 Colora il marzapane. Disponi il panetto di marzapane sul piano di lavoro e taglialo in 3 pezzi uguali. Premi con un dito la parte centrale del primo pezzo di pasta di mandorle, in modo da creare un piccolo incavo; versaci dentro 3 gocce di colorante rosso e lavora la pasta con le mani, fino a ottenere un impasto omogeneo di colore rosato. Lava le mani, asciugale e ripeti la stessa operazione con i 2 panetti rimasti, colorandoli rispettivamente con il giallo e con il verde.
2 Modellalo. Dividi ciascun panetto colorato in 2 parti, stacca un pezzettino di pasta, ricavane un salsicciotto per fare la coda, e tienilo da parte. Modella il marzapane, dandogli la forma del topino e attaccagli la coda nella parte posteriore. Procedi nello stesso modo con tutti i panetti, fino a ottenere 6 topolini (per i porcospini non mettere il codino).
3 Completa i topini. Per fare le orecchie, disponi sulla parte anteriore di ciascun topino 2 ginevrine, facendole penetrare leggermente nel marzapane. Completa con occhi e baffi: per inserire la granella di zucchero, aiutati con le pinzette. Se vuoi creare anche piccoli porcospini, fai gli aculei inserendo con le pinzette le codette o i confettini sulla schiena dei topini.
1 panetto di marzapane (pasta di mandorle) di 225 gr.
pastiglie di zucchero colorate (tipo ginevrine)
codette colorate e confettini argento
3 tubetti (circa 6 ml ciascuno) di coloranti alimentari di colore verde, giallo e rosso
Preparazione:
1 Colora il marzapane. Disponi il panetto di marzapane sul piano di lavoro e taglialo in 3 pezzi uguali. Premi con un dito la parte centrale del primo pezzo di pasta di mandorle, in modo da creare un piccolo incavo; versaci dentro 3 gocce di colorante rosso e lavora la pasta con le mani, fino a ottenere un impasto omogeneo di colore rosato. Lava le mani, asciugale e ripeti la stessa operazione con i 2 panetti rimasti, colorandoli rispettivamente con il giallo e con il verde.
2 Modellalo. Dividi ciascun panetto colorato in 2 parti, stacca un pezzettino di pasta, ricavane un salsicciotto per fare la coda, e tienilo da parte. Modella il marzapane, dandogli la forma del topino e attaccagli la coda nella parte posteriore. Procedi nello stesso modo con tutti i panetti, fino a ottenere 6 topolini (per i porcospini non mettere il codino).
3 Completa i topini. Per fare le orecchie, disponi sulla parte anteriore di ciascun topino 2 ginevrine, facendole penetrare leggermente nel marzapane. Completa con occhi e baffi: per inserire la granella di zucchero, aiutati con le pinzette. Se vuoi creare anche piccoli porcospini, fai gli aculei inserendo con le pinzette le codette o i confettini sulla schiena dei topini.
giovedì 2 dicembre 2010
QUANNO NASCETTE NINNO
Quanno nascette Ninno,
quanno nascette Ninno a Betlemme,
era notte e pareva miezojuorno...
Maje le stelle,
lustre e belle,
se vedèttero accussí
e 'a cchiù lucente,
jette a chiammá li Magge a ll'Uriente.
Maje le stelle, lustre e belle,
se vedèttero accussí
Se vedèttero accussí
De pressa se scetajeno
de pressa se scetajeno ll'aucielle
cantanno de na forma tutta nova:
Pe' nsi' 'agrille,
co' li strille,
e zompanno 'a ccá e 'a llá:
- E' nato! E' nato! -
- decévano - lo Dio che nce ha criato! -
Pe' nsi' 'agrille, co li strille
e zompanno 'a ccá e 'a llá
E zompanno 'a ccá e 'a llá
Co' tutto ch'era vierno,
co' tutto ch'era vierno, Ninno bello,
nascettero a migliara rose e sciure
Pe' nsi' 'o ffieno,
sicco e tuosto,
ca fuje puosto sott'a te,
se 'nfigliulette
e de frunnelle e sciure se vestette
Pe' nsí' 'o ffieno,
sicco e tuosto,
ca fuje puosto sott'a te,
se 'nfigliulette
e de frunnelle e sciure se vestette
A no paese che,
a no paese che se chiamma Ngadde,
sciurettero le vvigne e ascette ll'uva.
Ninno mio sapuretiello,
rappusciello d'uva si' tu
ca, tutt'ammore,
faje doce 'a vocca e po' 'mbriache 'e core!
Ninno mio sapuretiello,
rappusciello d'uva si' tu
ca, tutt'ammore,
faje doce 'a vocca e po' 'mbriache 'e core!
Non c'erano nemice
non c'erano nemice pe' la terra:
La pecora pasceva co' 'o lione
Co''o capretto, se vedette
'o liupardo pazzeá
Ll'urzo e 'o vetiello
e, co' lo lupo, 'mpace 'o pecoriello.
Co' 'o capretto,
'o liupardo pazzeá
Ll'urzo e 'o vetiello
e, co' lo lupo, 'mpace 'o pecoriello.
S'arrevotaje 'nsomma
s'arrevotaje 'nsomma tutt''o munno:
lo cielo, 'a terra, 'o mare e tutt''e ggente
Chi dormeva, se senteva
'mpiett''o core pazzeá
pe' la prejezza;
E se sonnava pace e contentezza
Chi dormeva, se senteva
'mpiett''o core pazzeá
pe' la prejezza;
E se sonnava pace e contentezza
Guardavano le ppecore,
guardavano le ppecore, 'e Pasture
E n'Angelo, sbrennente cchiù d''o sole,
Comparette e lle decette:
- No ve spaventate, no!
Contento e riso!
la terra è addeventata Paraviso!
Comparette e lle decette:
- No ve spaventate, no!
Contento e riso!
la terra è addeventata Paraviso!
A vuje è nato ogge,
A vuje è nato ogge, a Bettalemme,
d''o munno, ll'aspettato Sarvatore...
Dint''e panne 'o trovarrite,
non potite maje sgarrá, arravogliato
e dint'a lu Presebbio corecato
Dint''e panne 'o trovarrite,
non potite maje sgarrá, arravogliato
e dint'a lu Presebbio corecato
A meliune ll'Angiule
a meliune ll'Angiule calaro...
co' chiste se mettettero a cantare;
- Gloria a Dio, pace 'nterra
Nu' cchiù guerra...è nato giá
lo rre d'ammore
che dá prejezza e pace a ogne core
- Gloria a Dio, pace 'nterra
Nu' cchiù guerra...è nato giá
lo rre d'ammore
che dá prejezza e pace a ogne core
Sbatteva 'o core 'mpietto
sbatteva 'o core 'mpietto a sti Pasture
e ll'uno po' deceva 'nfacci'a ll'ato:
- Ché tardammo? priesto, jammo
ca mme sento ascevolí
pe' lo golío
ca tengo de vedé stu Ninno Dio!
- Ché tardammo? priesto, jammo
ca mme sento ascevolí
pe' lo golío
ca tengo de vedé stu Ninno Dio!
Zompanno comm'a ciévere
zompanno comm'a ciévere ferute,
jettero li pasture a la capanna
Llá trovajeno a Maria
co' Giusepe e 'a Gioja mia
e 'nchillo Viso
provajeno no muorzo 'e Paraviso
Llá trovajeno a Maria
co' Giusepe e 'a Gioja mia
e 'nchillo Viso
provajeno no muorzo 'e Paraviso
Restajeno 'ncantate
restajeno 'ncantate e voccapierte
pe' tantu tiempo senza di' parola...
po' jettanno, lacremanno,
no sospiro pe' sfogá...
da dint''o core,
cacciajeno, a migliara, atte d'ammore.
Po' jettanno, lacremanno,
no sospiro pe' sfogá...
da dint''o core,
cacciajeno, a migliara, atte d'ammore.
C''a scusa de donare
c''a scusa de donare li presiente
se jettero azzeccanno chiano chiano...
Ninno no' li rifiutaje
ll'azzettaje, comm'a che,
po' lle mettette
la mano 'ncapa e li benedicette
Ninno no' li rifiutaje
ll'azzettaje, comm'a che,
po' lle mettette
la mano 'ncapa e li benedicette
Piglianno confedenzia
piglianno confedenzia a poco a poco,
cercajeno lecenzia a la Madonna
Se magnajeno li pedille
co vasille, 'mprimma e po'
chelle mmanelle
a ll'urdemo, lo musso e 'e mascarielle
Se magnajeno li pedille
co vasille, 'mprimma e po'
chelle mmanelle
a ll'urdemo, lo musso e 'e mascarielle
Po' assieme se mettettero
po' assieme se mettettero a sonare
e a cantá co' ll'Angiule e Maria
co' na voce, accossí doce,
ca Gesù facette: Aaaah - há...
e po' chiudette
chill'uocchie aggraziate e s'addurmette.
Co' na voce, accossí doce,
ca Gesù facette: Aaaah - há...
e po' chiudette
chill'uocchie aggraziate e s'addurmette.
La nonna che cantajeno
la nonna che cantajeno a me mme pare
ch'avett''a èsse' chella ca mo dico:
Ma 'nfrattanto io la canto,
'mmaggenateve de stá
co li pasture
vicino a Ninno bello vuje pure
Ma 'nfrattanto io la canto,
'mmaggenateve de stá
co li pasture
vicino a Ninno bello vuje pure
Viene suonno da lu cielo,
viene adduorme a sto Nennillo
pe' pietá ch'è piccerillo,
viene suonno e nun tardá.
Gioja bella de sto core,
vorría suonno addeventare,
doce doce pe' te fare
st'uocchie belle addormentá
Ma si Tu, p'essere amato,
Te si' fatto Bammeniello
Sulo Ammore è 'o sonnariello
che dormire te pò fá
Ment'è chesto puó' fá nonna
pe' te st'arma è arza e bona
T'amo t'a...Uh, 'sta canzona
giá t'ha fatto addobbecá!
T'amo Dio, bello mio
t'amo Gioja, t'amo, t'a'
Cantanno po' e sonanno
cantanno po' e sonanno, li Pasture,
tornajeno a le mantre n'ata vota:
ma che vuó' che cchiù arrecietto
non trovajeno 'int'a lo pietto
a 'o caro Bene,
facevano ogne poco 'o va' e biene
ma che vuó' che cchiù arrecietto
non trovajeno 'int'a lo pietto
a 'o caro Bene,
facevano ogne poco 'o va' e biene
Lo 'nfierno solamente
lo 'nfierno solamente e 'e peccature
'ncocciuse comm'a isso e ostinate
se mettettero appaura,
pecché a 'o scuro vonno stá
li spurtagliune,
fujenno da lu sole, li briccune
se mettettero appaura,
pecché a 'o scuro vonno stá
li spurtagliune,
fujenno da lu sole, li briccune
Io pure sóngo niro
io pure sóngo niro peccatore
ma non boglio èsse' cuoccio e ostinato
Io non boglio cchiù peccare
voglio amare, voglio stá
co' Ninno bello
comme nce sta lo voje e ll'aseniello
Io non boglio cchiù peccare
voglio amare, voglio stá
co' Ninno bello
comme nce sta lo voje e ll'aseniello
Nennillo mio Tu si'
Nennillo mio Tu si' sole d'ammore!
Faje luce e scarfe pure 'o peccatore
Quanno è tutto niro e brutto
comm'a pece, tanno cchiù
lo tiene mente
e 'o faje addeventá bello e sbrennente
Quanno è tutto niro e brutto
comm'a pece, tanno cchiù
lo tiene mente
e 'o faje addeventá bello e sbrennente
Ma tu mme diciarraje
ma tu mme diciarraje ca chiagniste
acciò chiagnesse pure 'o peccatore!
Aggio tuorto! Ahje! fosse muorto
n'ora primma de peccá!
Tu mm'haje amato
e io, pe' paga, t'aggio maltrattato
Aggio tuorto! Ahje! fosse muorto
n'ora primma de peccá!
Tu mm'haje amato
e io, pe' paga, t'aggio maltrattato
E vuje uocchie mieje
e vuje uocchie mieje, doje fontane
avit''a fá, de lacreme, chiagnenno
pe' lavare,
pe' scarfare,
li pedille de Giesù
chisá, placato,
decesse: "Via, ca t'aggio perdonato!"
pe' lavare,
pe' scarfare,
li pedille de Giesù
chisá, placato,
decesse: "Via, ca t'aggio perdonato!"
Viato a me si aggio
viato a me si aggio 'sta fortuna!
Che maje potesse cchiù desiderare?
O Maria,
speranza mia
mentr'io chiagno, prega tu;
penza ca pure
si' fatta mamma de li peccature.
O Maria,
speranza mia
mentr'io chiagno, prega tu;
penza ca pure
si' fatta mamma de li peccature.
(di S.Alfonso Maria de Liguori)
quanno nascette Ninno a Betlemme,
era notte e pareva miezojuorno...
Maje le stelle,
lustre e belle,
se vedèttero accussí
e 'a cchiù lucente,
jette a chiammá li Magge a ll'Uriente.
Maje le stelle, lustre e belle,
se vedèttero accussí
Se vedèttero accussí
De pressa se scetajeno
de pressa se scetajeno ll'aucielle
cantanno de na forma tutta nova:
Pe' nsi' 'agrille,
co' li strille,
e zompanno 'a ccá e 'a llá:
- E' nato! E' nato! -
- decévano - lo Dio che nce ha criato! -
Pe' nsi' 'agrille, co li strille
e zompanno 'a ccá e 'a llá
E zompanno 'a ccá e 'a llá
Co' tutto ch'era vierno,
co' tutto ch'era vierno, Ninno bello,
nascettero a migliara rose e sciure
Pe' nsi' 'o ffieno,
sicco e tuosto,
ca fuje puosto sott'a te,
se 'nfigliulette
e de frunnelle e sciure se vestette
Pe' nsí' 'o ffieno,
sicco e tuosto,
ca fuje puosto sott'a te,
se 'nfigliulette
e de frunnelle e sciure se vestette
A no paese che,
a no paese che se chiamma Ngadde,
sciurettero le vvigne e ascette ll'uva.
Ninno mio sapuretiello,
rappusciello d'uva si' tu
ca, tutt'ammore,
faje doce 'a vocca e po' 'mbriache 'e core!
Ninno mio sapuretiello,
rappusciello d'uva si' tu
ca, tutt'ammore,
faje doce 'a vocca e po' 'mbriache 'e core!
Non c'erano nemice
non c'erano nemice pe' la terra:
La pecora pasceva co' 'o lione
Co''o capretto, se vedette
'o liupardo pazzeá
Ll'urzo e 'o vetiello
e, co' lo lupo, 'mpace 'o pecoriello.
Co' 'o capretto,
'o liupardo pazzeá
Ll'urzo e 'o vetiello
e, co' lo lupo, 'mpace 'o pecoriello.
S'arrevotaje 'nsomma
s'arrevotaje 'nsomma tutt''o munno:
lo cielo, 'a terra, 'o mare e tutt''e ggente
Chi dormeva, se senteva
'mpiett''o core pazzeá
pe' la prejezza;
E se sonnava pace e contentezza
Chi dormeva, se senteva
'mpiett''o core pazzeá
pe' la prejezza;
E se sonnava pace e contentezza
Guardavano le ppecore,
guardavano le ppecore, 'e Pasture
E n'Angelo, sbrennente cchiù d''o sole,
Comparette e lle decette:
- No ve spaventate, no!
Contento e riso!
la terra è addeventata Paraviso!
Comparette e lle decette:
- No ve spaventate, no!
Contento e riso!
la terra è addeventata Paraviso!
A vuje è nato ogge,
A vuje è nato ogge, a Bettalemme,
d''o munno, ll'aspettato Sarvatore...
Dint''e panne 'o trovarrite,
non potite maje sgarrá, arravogliato
e dint'a lu Presebbio corecato
Dint''e panne 'o trovarrite,
non potite maje sgarrá, arravogliato
e dint'a lu Presebbio corecato
A meliune ll'Angiule
a meliune ll'Angiule calaro...
co' chiste se mettettero a cantare;
- Gloria a Dio, pace 'nterra
Nu' cchiù guerra...è nato giá
lo rre d'ammore
che dá prejezza e pace a ogne core
- Gloria a Dio, pace 'nterra
Nu' cchiù guerra...è nato giá
lo rre d'ammore
che dá prejezza e pace a ogne core
Sbatteva 'o core 'mpietto
sbatteva 'o core 'mpietto a sti Pasture
e ll'uno po' deceva 'nfacci'a ll'ato:
- Ché tardammo? priesto, jammo
ca mme sento ascevolí
pe' lo golío
ca tengo de vedé stu Ninno Dio!
- Ché tardammo? priesto, jammo
ca mme sento ascevolí
pe' lo golío
ca tengo de vedé stu Ninno Dio!
Zompanno comm'a ciévere
zompanno comm'a ciévere ferute,
jettero li pasture a la capanna
Llá trovajeno a Maria
co' Giusepe e 'a Gioja mia
e 'nchillo Viso
provajeno no muorzo 'e Paraviso
Llá trovajeno a Maria
co' Giusepe e 'a Gioja mia
e 'nchillo Viso
provajeno no muorzo 'e Paraviso
Restajeno 'ncantate
restajeno 'ncantate e voccapierte
pe' tantu tiempo senza di' parola...
po' jettanno, lacremanno,
no sospiro pe' sfogá...
da dint''o core,
cacciajeno, a migliara, atte d'ammore.
Po' jettanno, lacremanno,
no sospiro pe' sfogá...
da dint''o core,
cacciajeno, a migliara, atte d'ammore.
C''a scusa de donare
c''a scusa de donare li presiente
se jettero azzeccanno chiano chiano...
Ninno no' li rifiutaje
ll'azzettaje, comm'a che,
po' lle mettette
la mano 'ncapa e li benedicette
Ninno no' li rifiutaje
ll'azzettaje, comm'a che,
po' lle mettette
la mano 'ncapa e li benedicette
Piglianno confedenzia
piglianno confedenzia a poco a poco,
cercajeno lecenzia a la Madonna
Se magnajeno li pedille
co vasille, 'mprimma e po'
chelle mmanelle
a ll'urdemo, lo musso e 'e mascarielle
Se magnajeno li pedille
co vasille, 'mprimma e po'
chelle mmanelle
a ll'urdemo, lo musso e 'e mascarielle
Po' assieme se mettettero
po' assieme se mettettero a sonare
e a cantá co' ll'Angiule e Maria
co' na voce, accossí doce,
ca Gesù facette: Aaaah - há...
e po' chiudette
chill'uocchie aggraziate e s'addurmette.
Co' na voce, accossí doce,
ca Gesù facette: Aaaah - há...
e po' chiudette
chill'uocchie aggraziate e s'addurmette.
La nonna che cantajeno
la nonna che cantajeno a me mme pare
ch'avett''a èsse' chella ca mo dico:
Ma 'nfrattanto io la canto,
'mmaggenateve de stá
co li pasture
vicino a Ninno bello vuje pure
Ma 'nfrattanto io la canto,
'mmaggenateve de stá
co li pasture
vicino a Ninno bello vuje pure
Viene suonno da lu cielo,
viene adduorme a sto Nennillo
pe' pietá ch'è piccerillo,
viene suonno e nun tardá.
Gioja bella de sto core,
vorría suonno addeventare,
doce doce pe' te fare
st'uocchie belle addormentá
Ma si Tu, p'essere amato,
Te si' fatto Bammeniello
Sulo Ammore è 'o sonnariello
che dormire te pò fá
Ment'è chesto puó' fá nonna
pe' te st'arma è arza e bona
T'amo t'a...Uh, 'sta canzona
giá t'ha fatto addobbecá!
T'amo Dio, bello mio
t'amo Gioja, t'amo, t'a'
Cantanno po' e sonanno
cantanno po' e sonanno, li Pasture,
tornajeno a le mantre n'ata vota:
ma che vuó' che cchiù arrecietto
non trovajeno 'int'a lo pietto
a 'o caro Bene,
facevano ogne poco 'o va' e biene
ma che vuó' che cchiù arrecietto
non trovajeno 'int'a lo pietto
a 'o caro Bene,
facevano ogne poco 'o va' e biene
Lo 'nfierno solamente
lo 'nfierno solamente e 'e peccature
'ncocciuse comm'a isso e ostinate
se mettettero appaura,
pecché a 'o scuro vonno stá
li spurtagliune,
fujenno da lu sole, li briccune
se mettettero appaura,
pecché a 'o scuro vonno stá
li spurtagliune,
fujenno da lu sole, li briccune
Io pure sóngo niro
io pure sóngo niro peccatore
ma non boglio èsse' cuoccio e ostinato
Io non boglio cchiù peccare
voglio amare, voglio stá
co' Ninno bello
comme nce sta lo voje e ll'aseniello
Io non boglio cchiù peccare
voglio amare, voglio stá
co' Ninno bello
comme nce sta lo voje e ll'aseniello
Nennillo mio Tu si'
Nennillo mio Tu si' sole d'ammore!
Faje luce e scarfe pure 'o peccatore
Quanno è tutto niro e brutto
comm'a pece, tanno cchiù
lo tiene mente
e 'o faje addeventá bello e sbrennente
Quanno è tutto niro e brutto
comm'a pece, tanno cchiù
lo tiene mente
e 'o faje addeventá bello e sbrennente
Ma tu mme diciarraje
ma tu mme diciarraje ca chiagniste
acciò chiagnesse pure 'o peccatore!
Aggio tuorto! Ahje! fosse muorto
n'ora primma de peccá!
Tu mm'haje amato
e io, pe' paga, t'aggio maltrattato
Aggio tuorto! Ahje! fosse muorto
n'ora primma de peccá!
Tu mm'haje amato
e io, pe' paga, t'aggio maltrattato
E vuje uocchie mieje
e vuje uocchie mieje, doje fontane
avit''a fá, de lacreme, chiagnenno
pe' lavare,
pe' scarfare,
li pedille de Giesù
chisá, placato,
decesse: "Via, ca t'aggio perdonato!"
pe' lavare,
pe' scarfare,
li pedille de Giesù
chisá, placato,
decesse: "Via, ca t'aggio perdonato!"
Viato a me si aggio
viato a me si aggio 'sta fortuna!
Che maje potesse cchiù desiderare?
O Maria,
speranza mia
mentr'io chiagno, prega tu;
penza ca pure
si' fatta mamma de li peccature.
O Maria,
speranza mia
mentr'io chiagno, prega tu;
penza ca pure
si' fatta mamma de li peccature.
(di S.Alfonso Maria de Liguori)
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