Carnevale Tirolo austriaco

Carnevale Tirolo austriaco

giovedì 28 ottobre 2010

Tartufini di marroni e noci

Ingredienti per 20 tartufini:

1 Kg. di marroni
70 gr. di cacao
100 gr. di burro
100 gr. di zucchero semolato
1 bicchierino di nocino
20 noci
cacao per la copertura (regolarsi ad occhio)

Preparazione:

Lessate i marroni e privateli della buccia e della pellicina.
Riduceteli in purea e metteteli in una terrina aggiungendo tutti gli altri ingredienti tranne le noci.
Impastate il tutto accuratamente e lasciate riposare per qualche minuto.
Formate 20 palline con il purea di marroni ed inserite una noce spezzettata per ogni pallina.
Mettete in un piatto il cacao per la copertura e rotolateci le palline fino ad una copertura omogenea.
Ponete i tartufini in frigorifero per almeno 2 ore.

Sono squisiti!!!


mercoledì 27 ottobre 2010

La spiga

Un giorno un chiccolino

giocava a nascondino.

Nessuno lo cercò

e lui s’addormentò!



Dormì sotto la neve

un sonno lungo e greve

infine si svegliò

e pianta diventò.


La pianta era sottile

flessibile,gentile

la spiga mise fuor

d’un esile color.



Il sole la baciava

il vento la cullava

di chicchi allor s’empì

pel pane d’ogni dì.







lunedì 25 ottobre 2010

Perché le castagne hanno il riccio

Tanto tempo fa in un bosco un castagno si chiedeva perché non faceva i frutti ed era invidioso degli altri alberi perché facevano dei frutti e gli animali li andavano a mangiare. Un giorno il castagno stava osservando i frutti degli altri alberi e provava a immaginare come potrebbero essere stati i suoi frutti e all’improvviso gli nacquero dei frutti dalla forma strana ma che gli piacevano e decise di chiamarli castagne. In un giorno di ottobre, le castagne dissero- Abbiamo freddo castagno, vogliamo qualcosa che ci tenga al caldo e che ci protegga- allora il castagno chiese alla quercia, che era l’albero più saggio del bosco, che cosa poteva fare e la quercia gli disse:- I ricci sono attirati dalle castagne, prova a chiedere a loro- il castagno lo ringraziò.
La mattina dopo, quando i ricci passarono nel bosco, il castagno li chiamò, raccontò tutto e i ricci dissero:- Saremo molto contenti di proteggere le tue castagne.- i ricci salirono sul castagno e si misero attorcigliati alle castagne.

E così le castagne ebbero il riccio.
     







mercoledì 20 ottobre 2010

La castagna con il cappotto

Una castagna, chiusa nel suo riccio spinoso, pendeva da un ramo.



Un giorno aprì un occhio, vide il suo cappotto giallastro e inorridì.


Subito si mise a strillare: Che brutto colore, che brutta stoffa, che brutta forma! Orribile, orribile!


Ignorante! - disse una voce.


Chi è stato? Chi mi ha offeso? - strillò ancora la castagna.


Ignorante! - ripetè la voce. -Sono tuo padre, il castagno.


Quel cappotto è il piu adatto a te.


Non lo voglio e me lo tolgo.


Provaci, piccola, provaci e vedrai!


La castagna cominciò a scalciare, a tirare, a spingere.


E sbuffa e scalcia, riuscì a fare uno squarcio nel cappotto e a sgusciare fuori.


Oh, finalmente! - gridò mentre precipitava verso terra.


Con questo vestitino marrone attillato e lucente sono proprio carina...


Già, sei proprio carina e sei la prima di quest'anno - disse un cinghialetto che la vide battere il sedere a terra. S'avvicinò alla castagna e se la mangiò.







mercoledì 13 ottobre 2010

Il cinghialetto e il cerbiatto

Un cinghialetto ed un cerbiatto cuccioli sono amici e giocano felici correndo nel bosco. Improvvisamente, non vedendola, cadono in una buca e picchiano la testa. Si svegliano e non ricordano più nulla, nemmeno chi sono e come si chiamano.

Al che, il cerbiatto dice al cinghialetto "Senti proviamo a descriverci reciprocamente, se tu mi dici come sono fatto dalla tua descrizione magari mi ricordo chi sono".

Il cinghialetto lo scruta attentamente e comincia a descriverlo: "Dunque, sei snello, affusolato, un bel pelo corto e lucente color castagna, un musino delicato, due grossi e dolci occhioni scuri, delle gambette affusolate e delicate e mandi un fragrante profumo di bosco"...

Il cerbiatto riflette serio e poi con un grido di gioia esclama: "Si, ora ricordo, sono un cerbiatto, si, si, un cerbiatto!!!"

Tutto eccitato per la ritrovata memoria del suo compagno il cinghialetto sprona il cerbiatto a fare lo stesso e descrivergli come era fatto.

Il cerbiatto allora lo guarda attentamente ed inizia: " Dunque sei bassotto, tracagnotto, hai le gambe corte, il pelo scuro ruvido e stempiato, le orecchie grosse, hai i denti storti, hai gli occhi incavati, sei mal proporzionato, ti muovi a passetti veloci tutto impettito, hai un aspetto ridicolo e mandi un cattivo odore..."

Il cinghialetto ci pensa un po' su ed improvvisamente cade a terra sconfortato ed esclama:

"C...O, NOOOOO... SONO BRUNETTA!!!"













giovedì 7 ottobre 2010

Al mio piccolo Mattia

Caro piccolo Mattia,
ricordati sempre che le vere bestie non sono gli animali che uccidono per fame ma noi uomini che lo facciamo per motivi assurdi e sporchi.
Oggi ho il cuore pieno di rabbia e di dolore per la morte di Sarah  e un desiderio che venga fatta immediatamente giustizia.
Io e la mamma ti proteggeremo sempre ma tu dovrai stare motlto attento e imparare a fidarti solo delle persone che ti amano veramente e non di tutti gli uomini.
Capisco che non è bello diffidare di qualcuno ma il mondo non è sempre così bello come vorremmo che fosse e ci sono persone cattive. Tu dovrai imparare a riconoscerle e a starne lontano.
Ora sei circondato dal nostro Amore e da quello di tutta la famiglia e dei nostri amici ma presto dovrai imparare a difenderti da persone che non sono altrettanto buone.
Potrai contare sempre sulla mamma, su me e tutti quelli che ti amano.
Papà Amedeo



lunedì 4 ottobre 2010

San Francesco

San Francesco e il lupo


Vicino alla città di Gubbio c'era un lupo ferocissimo.


Assaliva le persone. Tutti avevano paura.


Più nessuno osava uscire dalla città.


S. Francesco lo seppe e disse:


Voglio andare a trovarlo.

Il lupo era nel bosco con gli occhi rossi e la bava alla bocca.


Quando vide S. Francesco balzò per addentarlo.


S. Francesco tese la mano verso di lui e lo chiamò: - Fratello.


Il lupo si fermò meravigliato.

Fino allora tutti gli avevano gettato sassi, gridando parole cattive.


Come era bella quella parola di amore!

Fratello, non fare più male. Se sarai buono tutti ti ameranno.


Fratello lupo, promettimi che non ucciderai più nessuno.



Il lupo posò la sua zampa sulla mano del Santo e la promessa fu fatta.


S. Francesco lo portò con sé dentro in città. Da allora il lupo fu sempre buono.

Tutti gli davano da mangiare ed esso andava nelle case come un cane.


Quando morì, la gente di Gubbio provò molto dispiacere.




San Francesco e gli animali mansueti


Un giorno S. Francesco incontrò un ragazzetto che portava al mercato alcune tortore.


Il Santo guardò le bestiole con occhio pietoso e:


O buon giovane, disse, ti prego, dammi codeste tortorelle semplici, innocenti e pure.


Se tu le venderai, certo cadranno nelle mani di uomini crudeli che le uccideranno.



Il buon ragazzo gliele diede tutte e San Francesco, ricevendole nel suo grembo, disse loro con
dolcezza:


O mie sorelle tortore, semplici e timide, perché vi lasciate pigliare?


Ecco io vi salverò da morte e vi preparerò il nido.



Così fece e ,da quel giorno le tortore non abbandonarono più


il conventino di S. Francesco e dei suoi frati.