1 Kg. di marroni 70 gr. di cacao 100 gr. di burro 100 gr. di zucchero semolato 1 bicchierino di nocino 20 noci cacao per la copertura (regolarsi ad occhio)
Preparazione:
Lessate i marroni e privateli della buccia e della pellicina. Riduceteli in purea e metteteli in una terrina aggiungendo tutti gli altri ingredienti tranne le noci. Impastate il tutto accuratamente e lasciate riposare per qualche minuto. Formate 20 palline con il purea di marroni ed inserite una noce spezzettata per ogni pallina. Mettete in un piatto il cacao per la copertura e rotolateci le palline fino ad una copertura omogenea. Ponete i tartufini in frigorifero per almeno 2 ore.
Dormì sotto la neve un sonno lungo e greve infine si svegliò e pianta diventò. La pianta era sottile flessibile,gentile la spiga mise fuor d’un esile color.
Il sole la baciava il vento la cullava di chicchi allor s’empì pel pane d’ogni dì.
Tanto tempo fa in un bosco un castagno si chiedeva perché non faceva i frutti ed era invidioso degli altri alberi perché facevano dei frutti e gli animali li andavano a mangiare. Un giorno il castagno stava osservando i frutti degli altri alberi e provava a immaginare come potrebbero essere stati i suoi frutti e all’improvviso gli nacquero dei frutti dalla forma strana ma che gli piacevano e decise di chiamarli castagne. In un giorno di ottobre, le castagne dissero- Abbiamo freddo castagno, vogliamo qualcosa che ci tenga al caldo e che ci protegga- allora il castagno chiese alla quercia, che era l’albero più saggio del bosco, che cosa poteva fare e la quercia gli disse:- I ricci sono attirati dalle castagne, prova a chiedere a loro- il castagno lo ringraziò.
La mattina dopo, quando i ricci passarono nel bosco, il castagno li chiamò, raccontò tutto e i ricci dissero:- Saremo molto contenti di proteggere le tue castagne.- i ricci salirono sul castagno e si misero attorcigliati alle castagne. E così le castagne ebbero il riccio.
Una castagna, chiusa nel suo riccio spinoso, pendeva da un ramo. Un giorno aprì un occhio, vide il suo cappotto giallastro e inorridì. Subito si mise a strillare: Che brutto colore, che brutta stoffa, che brutta forma! Orribile, orribile! Ignorante! - disse una voce. Chi è stato? Chi mi ha offeso? - strillò ancora la castagna. Ignorante! - ripetè la voce. -Sono tuo padre, il castagno. Quel cappotto è il piu adatto a te. Non lo voglio e me lo tolgo. Provaci, piccola, provaci e vedrai! La castagna cominciò a scalciare, a tirare, a spingere. E sbuffa e scalcia, riuscì a fare uno squarcio nel cappotto e a sgusciare fuori. Oh, finalmente! - gridò mentre precipitava verso terra. Con questo vestitino marrone attillato e lucente sono proprio carina... Già, sei proprio carina e sei la prima di quest'anno - disse un cinghialetto che la vide battere il sedere a terra. S'avvicinò alla castagna e se la mangiò.
Un cinghialetto ed un cerbiatto cuccioli sono amici e giocano felici correndo nel bosco. Improvvisamente, non vedendola, cadono in una buca e picchiano la testa. Si svegliano e non ricordano più nulla, nemmeno chi sono e come si chiamano.
Al che, il cerbiatto dice al cinghialetto "Senti proviamo a descriverci reciprocamente, se tu mi dici come sono fatto dalla tua descrizione magari mi ricordo chi sono".
Il cinghialetto lo scruta attentamente e comincia a descriverlo: "Dunque, sei snello, affusolato, un bel pelo corto e lucente color castagna, un musino delicato, due grossi e dolci occhioni scuri, delle gambette affusolate e delicate e mandi un fragrante profumo di bosco"...
Il cerbiatto riflette serio e poi con un grido di gioia esclama: "Si, ora ricordo, sono un cerbiatto, si, si, un cerbiatto!!!"
Tutto eccitato per la ritrovata memoria del suo compagno il cinghialetto sprona il cerbiatto a fare lo stesso e descrivergli come era fatto.
Il cerbiatto allora lo guarda attentamente ed inizia: " Dunque sei bassotto, tracagnotto, hai le gambe corte, il pelo scuro ruvido e stempiato, le orecchie grosse, hai i denti storti, hai gli occhi incavati, sei mal proporzionato, ti muovi a passetti veloci tutto impettito, hai un aspetto ridicolo e mandi un cattivo odore..."
Il cinghialetto ci pensa un po' su ed improvvisamente cade a terra sconfortato ed esclama:
Caro piccolo Mattia, ricordati sempre che le vere bestie non sono gli animali che uccidono per fame ma noi uomini che lo facciamo per motivi assurdi e sporchi. Oggi ho il cuore pieno di rabbia e di dolore per la morte di Sarah e un desiderio che venga fatta immediatamente giustizia. Io e la mamma ti proteggeremo sempre ma tu dovrai stare motlto attento e imparare a fidarti solo delle persone che ti amano veramente e non di tutti gli uomini. Capisco che non è bello diffidare di qualcuno ma il mondo non è sempre così bello come vorremmo che fosse e ci sono persone cattive. Tu dovrai imparare a riconoscerle e a starne lontano. Ora sei circondato dal nostro Amore e da quello di tutta la famiglia e dei nostri amici ma presto dovrai imparare a difenderti da persone che non sono altrettanto buone. Potrai contare sempre sulla mamma, su me e tutti quelli che ti amano. Papà Amedeo
Mi chiamo Amedeo Minghetti e la mia famiglia si compone di 3 persone e cioè mia moglie Erika, nostro figlio Mattia ed io. Abbiamo diversi animali che adoriamo e ci piace praticare sport ed in particolare il nuoto e lo sci. Sono diplomato in piano dall'età di 15 anni e mi piace molto Amedeo Minghi al quale devo il mio nome di battesimo ma la storia è lunga da raccontare. Sono un patito delle Harley e ne ho una nera che è la fine del mondo. Con mia moglie Erika abbiamo la passione per la cucina.