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Narra una leggenda che un tempo molto, ma molto lontano, Scirocco e Tramontana si dovevano sposare. Lei, per apparire più bella al suo sposo, si abbigliò nel modo migliore, ornandosi di tanti ghiacciolini luccicanti. Quando giunse l'impetuoso sposo, che si era formato nel deserto nord africano ed aveva attraversato il mare, cominciò a soffiare, focoso com'era, il suo alito caldo. Tutti i ghiacciolini che ornavano la sposa si sciolsero. Lei indignata lo rifiutò; lui dal dolore pianse lacrime di fuoco.
Ancor oggi, nonostante tutto il tempo che è passato, Scirocco e Tramontana non si possono vedere. Se giunge l'uno, va via l'altra. Ognuno dei due distrugge l'opera dell'altro. Se la tramontana dallo spirito artistico in una notte di estro si mette a costruire gli splendenti candelotti di ghiaccio, nelle scoscese ripe vicino alle sorgenti, giunge lo scirocco e li scioglie in poche ore. Se lo scirocco bagna il terreno, con la sua pioggia calda e carica di sabbia del deserto, la tramontana viene e presto l'asciuga.
Molto tempo fa,un piccolo uccello si ruppe un’ala proprio all’arrivo dell’inverno e non potendo volare verso il sud cominciò a saltellare nella foresta alla ricerca di un riparo.
Per iniziare chiese aiuto ad una betulla:
Splendida betulla,ho rotto un’ala e bisogna che mi trovi un riparo per restare al caldo.Mi faresti rimanere fra i tuoi rami fino a quando arriverà la primavera?
Certamente no,rispose la betulla.Ho già abbastanza problemi con le mie foglie durante l’inverno.Non ho tempo per occuparmi di te.
Il piccolo uccello saltellò fino ad una immensa quercia.
Potente quercia,chiese educatamente,mi lasceresti vivere fra i tuoi rami fino a primavera?
Sicuramente no,rispose la quercia,conosco quelli della tua specie,ti mangeresti tutte le mie ghiande.
Vattene!!!
Il povero uccellino arrivò fino ad un salice:
Gentile salice,implorò l’uccellino,potrei vivere fra i tuoi rami fino a primavera?
Tu scherzi,rispose il salice.Può darsi che qualche albero accetta degli estranei.Io,no di certo.
Vattene!!!
Debole e respinto,l’uccellino cominciò a vagare non sapendo dove andare.
Dove vai piccolo uccelino?Chiese una voce preoccupata.
L’uccellino si voltò e vide una picea(abete rosso)che aveva un’aria amichevole.
Non lo so,rispose tristemente,la mia ala è rotta e io non posso volare verso sud e ho bisogno di un riparo al caldo per passare l’inverno.
Vieni a vivere tra i miei rami,disse la picea,sarei contenta di avere compagnia durante l’inverno.
L’uccellino svolazzò con gratitudine verso un ramo basso.
Si stava sistemando quando un pino lì accanto gli disse:
Benvenuto piccolo uccellino.Mi dispiace che tu sia ferito.Io ti aiuterò proteggendo te e la picea dai venti gelidi dell’inverno.
Anch’io,disse una piccola voce,era un piccolo ginepro.Io ti aiuterò dandoti i miei piccoli frutti da mangiare per tutto l’inverno.
Voi siete molto gentili,rispose l’uccellino.
Grazie tante.
Lo rimpiangeremo,dissero sospirando la betulla,la quercia e il salice.
Il mattino dopo,Jack il Gelo,fece uscire i suoi bambini per portarli a giocare.
Noi toccheremo tutte le foglie degli alberi della foresta così vedremo a cosa somigliano quando non hanno più le foglie e sono nudi.
Possiamo papà,possiamo papà,chiesero i bambini di Jack il Gelo saltando per la gioia.
Un momento,disse Jack che aveva fatto un giro durante la notte e aveva visto quel che era successo al piccolo uccellino,non dovete toccare gli alberi che sono stati gentili con l’uccellino.
Essendo dei bravi ragazi,i figli di Jack Il Gelo obbedirono al loro papà.
Ecco perchè la picea,il pino e il ginepro rimangono verdi tutto l’anno.
(Leggenda della regione di Vancouver Canadà)
Adamo, fammi il favore, raccogli i vestiti che hai lasciato in giro!
Gli alberi lasciano andar via le ultime foglie stanche
che lentamente si adagiano a terra formando un tappeto multicolore.
Un soffio di vento le solleva delicatamente facendole volteggiare come in una danza.
Nel cielo si rincorrono le nuvole cariche di pioggia nascondendo il timido sole.
Presto scende la sera e nel cammino scoppiettano allegramente le caldarroste.
Nei bicchieri viene versato il vino novello loro allegro compagno.

Vieni,mio bel gatto,sul mio cuore amoroso;
Trattieni le unghie della tua zampa,
E lasciami sprofondare nei tuoi occhi belli,
Misti di metallo e d’agata.
Quando le mie dita accarezzano a piacimento
La tua testa ed il tuo corpo elastico,
E la mia mano s’inebria del piacere
Di toccare il tuo corpo elettrico,
Vedo la mia donna.Il suo sguardo,
Come il tuo,amabile animale,
Profondo e freddo,colpisce e taglia come un dardo;
E dai piedi alla testa,
Attorno al suo corpo bruno,
Fluttua un profumo sottile,un pericoloso effluvio.
(Charles Baudelaire, “I fiori del male”)